Di cosa mi occupo

Il mio lavoro è rivolto a chiunque abbia un problema da risolvere o voglia, comunque, migliorare il proprio benessere.

La realtà non è ciò che ci accade, ma ciò che facciamo con quello che ci accade

A. Huxley

Iniziare un percorso psicologico, infatti, non è solo ed esclusivamente prerogativa di chi abbia una patologia, tutti possono intraprendere un lavoro su se stessi.

Il sostegno psicologico è un utile strumento per migliorare il benessere della singola persona, della coppia, della famiglia o del gruppo.

Inoltre, mediante la consulenza psicologica, ovvero, quegli incontri finalizzati a definire le necessità portate dalla persona, si andrà a incentivare le risorse per farvi fronte e a trovare le giuste leve per mettere in atto il cambiamento.

Ho sempre avuto il desiderio di mettere le mie competenze al servizio del benessere della persona e questo mi ha fatto avvicinare alla psicoterapia Breve Strategica che rispetta i criteri di efficacia ed efficienza.

In Italia Giorgio Nardone e Paul Watzlawick hanno fondato il Centro di Terapia Strategica di Arezzo, scuola alla quale io appartengo.

L’approccio seguito dalla mia scuola si definisce strategico perché consente di attivare strategie alternative ed efficienti per la soluzione di uno specifico problema; breve perché ha come obiettivo quello di raggiungere il cambiamento nel minor tempo possibile. Questi due aspetti lo differenziano da tutti gli altri approcci psicoterapeutici, infatti, questo modello si avvicina alle esigenze dell’uomo di oggi immerso nella società liquida sempre più caotica e impaziente di aspettare risposte.

Il cambiamento e l’aumento del benessere personale

La risoluzione di sofferenze e problemi, spesso non richiedono tempi lunghi per poter essere affrontati e risolti

Diversamente dalla credenza comune, infatti, le sofferenze e i problemi, anche se estremamente complicati e di lunga durata, non necessariamente richiedono tempi lunghi per essere affrontati e risolti.

Si lavora sulle prospettive percettive della persona perché da questo cambiamento deriverà poi anche il cambiamento del suo modo di reagire e di comportarsi nelle diverse situazioni problematiche. Già dal primo incontro verrà focalizzata l’attenzione su come si mantiene e si alimenta il disturbo attraverso le c.d. “tentate soluzioni”. Per tentate soluzioni, si intende fare riferimento a quelle reazioni o comportamenti messi in atto dalle persone per cercare di far fronte alla problematica ma che raggiungono il risultato inverso, ovvero, non fanno altro che aumentarlo e complicarlo.

Vengono utilizzati quelli che si definiscono “stratagemmi terapeutici” che permettono al paziente, senza che inizialmente se ne renda conto, di cambiare la sua percezione della realtà per condurlo solo in un secondo momento alla consapevolezza, quando il cambiamento è già avvenuto, così facendo il cambiamento sarà sicuramente rapido.

È senz’altro un approccio che muove da una concezione diversa rispetto alla maggioranza delle terapie, quello Breve Strategico parte dal “cambiare per conoscere” e non dal “conoscere per cambiare”, infatti, non è necessario essere consapevoli della causa del problema per affrontarlo. Per il modello strategico un problema persiste perché la mente cerca razionalmente di trovare (tentate) soluzioni che pur essendo disfunzionali continuano a essere messe in atto rigidamente.

I risultati si possono osservare già dalle prime sedute, se così non fosse si potrà ricorre all’utilizzo di altre strategie, perché, come già detto, si punta a trovare la soluzione più efficace per la persona. Infatti, se il cambiamento non avviene in tempi congrui sarà il professionista stesso a concludere il percorso e suggerire soluzioni alternative.

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Gloria Banelli - MioDottore.it
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