Ansia, insonnia e paura di non dormire

L’insonnia è una vertiginosa lucidità che riuscirebbe a trasformare il Paradiso stesso in un luogo di tortura

E. Cioran

Se si escludono patologie organiche, come malattie neurologiche, cardiovascolari, disturbi digestivi, dolori cronici acuti ecc, l’incapacità di dormire nonostante se ne senta un profondo bisogno fisiologico potrebbe avere a che fare con questioni psicologiche.

Nella maggior parte dei casi di insonnia perdurante nel tempo (cronica), il motivo per cui non si dorme oggi non ha più nulla a che fare col motivo per cui si è iniziato a non dormire agli inizi. Può infatti accadere che si cominci a fare fatica ad addormentarsi o si comincino a sperimentare risvegli notturni, e che nonostante la risoluzione della causa iniziale, si possa comunque instaurare la paura di non dormire.

Il 50% degli insonni ha paura di non dormire.

Dinamiche e conseguenze dei disturbi del sonno

I soggetti colpiti da questo disturbo sostengono di non avere particolari pensieri o problematiche, ma di cominciare ad avvertire con l’avanzare della sera una tensione di fondo, un’ansia, all’idea di dover andare a letto, consapevoli del fatto che andranno incontro ad una notte complicata.

La mente si “accende”, non riesce a spegnersi, i pensieri si affollano, i muscoli si irrigidiscono, più si tenta di dormire e più non ci si riesce. Possono essere davvero delle ore interminabili quelle che da sera arrivano alle prime luci del mattino quando, la persona chiude gli occhi a volte solo per lo sfinimento.

Le conseguenze sono ovvie: il giorno seguente sarà lungo e faticoso, invece, nei casi in cui al mattino si possa dormire, può accadere che inizino ad invertire il giorno con la notte.

Il ricorso a farmaci specifici per dormire è frequente, a volte sembra risolutivo, altre lo è solo temporaneamente.

Il 50% circa degli insonni ha difficoltà ad addormentarsi perché teme di non riuscire a dormire. Il 30% si addormenta con facilità, ma si sveglia nel mezzo della notte incapace poi di riaddormentarsi, questi soggetti riportano nella notte una loro modalità di gestione della realtà tipica della loro vita diurna: un costante controllo della realtà mediante il pensiero. La mente sembra incapace di smettere di organizzare, controllare, gestire e pianificare.

Il 20% degli insonni è consapevole del motivo per cui non dorme. La notte può fare paura per diversi motivi, la paura della morte, dei ladri, del terremoto, dei fantasmi, dei propri pensieri, dei propri sintomi fisici ecc…

Si possono trovare casi in cui c’è il tentativo di trasformare la notte in giorno, cercando di rimandare sempre più il momento di coricarsi o, talvolta, arrivando anche a non riuscire proprio più ad andare a letto.

L’uso dei farmaci è in queste situazioni è più raro perché la persona è più consapevole del perché non dorme, e prendere un farmaco non gli toglierebbe la paura. Inoltre, tutte quelle che vengono riconosciute come norme comportamentali che dovrebbero favorire un buon sonno non solo rappresentano una soluzione, ma in certi casi possono peggiorare la situazione. Anziché favorire il sonno possono ostacolarlo ancora di più.

Prospettive

Intervenire in queste problematiche, significa sbloccare i meccanismi rigidi e ridondanti che intrappolano il soggetto nella sua veglia notturna.

Il sonno è una divinità capricciosa, e proprio quando lo si invoca…si fa aspettare

(Dumas)

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