Disturbo ossessivo compulsivo: di cosa si tratta

Il dubbio è il trampolino di lancio del pensiero creativo, ma al tempo stesso è la molla del pensiero ossessivo

Giorgio Nardone

Il Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC) è una delle forme di psicopatologia più invalidante. Ha una struttura logica non ordinaria e spesso risulta essere resistente alle terapie farmacologiche e ai classici approcci psicoterapeutici.

Il disturbo interessa in uguale misura i due sessi e l’età media di esordio oscilla fra 22 e 35 anni, ma può cominciare a manifestarsi gradualmente già a partire dall’infanzia e adolescenza.

Chi ha un disturbo ossessivo compulsivo compie dei rituali comportamentali e/o di pensiero che creano una trappola psicologica dalla quale è difficile liberarsi. Questi possono essere così invalidanti da rendere la vita impossibile sia a chi ne soffre che a chi gli sta accanto. 

Disturbo ossessivo compulsivo e rituali

I rituali che la persona può mettere in atto sono inevitabili ed irrefrenabili e possono essere eseguiti per prevenire o propiziare la propria realtà, oppure per riparare gli effetti negativi di una azione o pensiero. La persona si ritrova ad essere schiava del meccanismo attraverso cui cerca di controllare la propria vita.

La persona che sviluppa un DOC, generalmente, all’inizio utilizza il rituale per far fronte ad una situazione fobica dalla quale si vuole proteggere, questo in un primo tempo sembra funzionare, in realtà, crea l’autoinganno nel paziente di essere protetto, al sicuro. La ripetizione di tali azioni consoliderà così il disturbo, divenendo una vera e propria trappola.

Le tentate soluzioni che la persona mette in atto sono: evitamento di quello che spaventa; richiesta di rassicurazione e aiuto, esecuzione di rituali preventivi, propiziatori e riparatori.

Modalità di intervento e cura

L’intervento sarà volto all’interruzione della messa in atto delle tentate soluzioni che mantengono il disagio nel paziente e nel sistema familiare attraverso strategie mirate e personalizzate.

Sarà importante utilizzare stratagemmi che mirino a creare esperienze emozionali correttive nelle percezioni, per poi far acquisire anche una autonoma capacità di gestione.

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